L'arte dell'improvvisazione: gita "Tre Punte"!
Il temporale è passato da poco ed oltre a farci ritardare un po' sull’abituale ora di partenza ci ha costretto a cambiare destinazione. Per oggi pomeriggio avevamo infatti programmato il mitico giro del Campo dei Fiori, ma la perturbazione non ha lasciato margini di manovra, sebbene avessimo sperato fino all’ultimo in un’improbabile evoluzione al bello.Gli squarci che ora si intravedono ci assicurano che per oggi l’abbiamo scampata, almeno ci auguriamo.
E’ ora di definire il percorso e l’indecisione è piuttosto evidente. Qualcuno vuole fare tanti chilometri, altri hanno voglia di un tracciato ondulato, alla fine avremmo deciso per il Bosco Solivo…..Si parte alle 15, ma chi si mette in testa al gruppo non ha il senso esatto dell’orientamento e quindi la mia prima idea di avvicinamento alla meta sfuma. Stiamo andando verso il San Giacomo, vorrà dire che passeremo da Sesto, invece che da Golasecca e Pombia, per arrivare a Castelletto Ticino.
Imbocchiamo la collina dalla parte del monte Viganò, ovvero dal Bosco delle Capre località a Vergiate sede di innumerevoli sagre di ogni genere e colore politico.Dopo l’attacco iniziale piuttosto ripido il sentiero si snoda sulla dorsale tra pini, querce, faggi. Il sentiero è largo, un po' dissestato e solo una pianta di traverso ci impedisce di non scendere dalla bicicletta; in una ventina di minuti arriviamo alla sommità di 410 metri, poi ci godiamo la lunga discesa di un paio di chilometri – sempre nel bosco – che ci porta ai margini di Varano Borghi.
Prendiamo quindi la ciclabile in direzione di Corgeno dove, superato il parco dove è ubicato il centro di canottaggio, continuiamo sulla stessa fino a Mercallo godendoci il bel panorama sul lago di Ternate, il Monte Pelada e la Catena del Rosa sullo sfondo.Attraversiamo la superstrada (SS629) e il paese, e dopo una breve sosta al cimitero a rifornirci di acqua, imbocchiamo il “sentiero delle Meraviglie” che congiunge Mercallo ad Oriano o Lentate, a seconda della biforcazione che si sceglie.
Dopo esserci inutilmente inerpicati in un “cul de sac” per una svista, riprendiamo il sentiero principale ma qui vedendo un paio di alberi che bloccano il passaggio e reduci della inutile fatica poco prima intrapresa, decido di seguire la traccia che appare a sinistra sul display del GPS, nonostante siano anni che non la percorro. Questo sentiero aggira il Poggio di Oriano invece che attraversarlo, quindi andrebbe bene lo stesso. La situazione però degenera a breve: le recenti tempeste che si sono abbattute in zona unite al traffico assolutamente scarno e alla vegetazione stile amazzonia rendono difficile trovare e seguire la retta via.v
La brutta (o bella?) avventura si conclude comunque poco dopo alla fontana vicino al Centro Parco, dove oltre a rinfrescarci, ci puliamo dal sangue (è vero!) dato che alcuni rovi hanno voluto manifestare la loro presenza incidendo senza pietà la nostra dura pellaccia.
L’acqua ci ha rimesso vigore, ed intanto abbiamo rielaborato il piano della gita. Il secondo sforzo sarà la Bilesa, ovvero la cascina sul roccolo che cinge Sesto verso Taino, zona San Giorgio. Questa salita, seppur breve, è caratterizzata da una forte pendenza, nella prima parte favorita dall’asfalto mentre nella parte finale è dotata di un ciotolato spesso scivoloso.
Arriviamo rapidamente sulla sommità a 370 metri essendo saliti diretti, non avendo optato per la via più dolce nel bosco del percorso gara (comunque consigliata per l’ambiente che si gode). Da quì affrontiamo la discesa sul nuovo tracciato, uno splendido flow con tutti gli ingredienti per divertirsi e affinare la propria tecnica di guida.
Arriviamo quindi sul basso sentiero che costeggia la collina e che porta a Taino, noi però torniamo verso Sesto. Attraversiamo il centro e ci dirigiamo alla spiaggia della Melissa, sotto il ponte dell’autostrada. Rimini e Riccione si sono trasferiti quì? Sono le 17:15 ed avremmo in testa di fermarci alla Tenuta Tovaglieri per un aperitivo. Dobbiamo risalire verso Golasecca e il Monte Gagliasco è la nostra terza punta di 300 metri. Il sentiero della necropoli è lì che ci aspetta, anche questo bello in pendenza, risaliamo quasi 100 metri in un chilometro e mezzo. Il caldo non arriva sotto le piante, perciò prima di arrivare alla tenuta giriamo un po' nel boschetto tra il paese e la frazione di Sesona, il tempo sufficiente per perdersi e poi ritrovarsi fra di noi, sempre per il motivo che chi vuole andare avanti non ha capito dove girare e/o fermarsi.
Alle 18 siamo alla Tenuta, ci sono tavoli apparecchiati e il prato tagliato, tutto sembra perfetto e gli amici gioiscono e sono già rilassati, peccato che Giuliana è dovuta uscire urgentemente e quindi non possiamo fermarci! Che sfiga, la peggiore della giornata.
Un breve excursus sul tracciato sottostante al monte Tabor, evitiamo di sconfinare nella pineta e riprendiamo subito la rotta per Sesona e Vergiate, passando però per l’asfalto perché si è fatto tardi e si deve rientrare per la serata.
In totale 36 chilometri, 650 metri di dislivello, 2 ore e 45 di pedalata. Un onesto pomeriggio di salute e divertimento.