Progetto AMALAKE - Study Visit
STUDY VISIT GARDA - TRENTINO
Progetto Amalake.
Tra i tantissimi impegni che hanno contraddistinto questo caotico 2019, uno su tutti si è dimostrato decisamente interessante ed utile. Stefano mi ha spinto a parteciparvi in un momento in cui sinceramente di sedermi a tavoli non avevo più voglia. È stata invece decisamente una buona idea seguire la sua intuizione. Affiancarsi a professionisti dello sviluppo turistico Outdoor come il Trentino School of Management, ed ai professionisti locali che della loro passione hanno fatto un lavoro (o comunque parte integrante del loro reddito), è stato sicuramente stimolante e finalmente una boccata di ossigeno rispetto a tutto quello fatto fino ad allora.
Il progetto non siamo riusciti a seguirlo nella sua interezza, tuttavia abbastanza per capire come una località “piccola” come la zona nord del Garda sia riuscita, in poco più di 10 anni, a trasformarsi da zona “problematica” e senza particolare flusso turistico sportivo alla capitale italiana dell’outdoor, producendo nelle ultime stagioni una ricaduta economica, legata al solo turismo sportivo, di 169 Milioni di euro l’anno. Anche a me, più “sognatore” che “imprenditore”, è parso semplice, come bere un bicchier d’acqua, capire che questo risultato è stato frutto non di iniziative private più o meno valide, ma da uno strutturato piano di azione politico/privato che ha richiesto un vero e proprio cambio di mentalità e tendenza da parte di TUTTI. Questo tipo di cambiamento è stato veicolato dalla locale APT che ha saputo innanzi tutto vedere l’opportunità e poi, con capacità tecniche e professionali, veicolare fondi verso questo progetto Outdoor. Gli stessi fondi passati anche sul Lago Maggiore finiti dove però e su quali progetti, non è ancora chiaro. (Ma una idea, inizio ad averla!).
Questo percorso ci ha infine portati a partecipare alla selezione per un viaggio studio “sul luogo”. Un breve ed intenso Study Visit tra Garda e Trentino per toccare con mano il dietro le quinte delle realtà turistiche che stanno facendo scuola in tutta Italia ma anche all’estero. Sono stati tre giorni tosti ma interessantissimi. Nello specifico del “Bike” devo dire di aver trovato alcune conferme ma anche tante cose nuove. Ad esempio, la conferma che non abbiamo un territorio, al momento, adatto a diventare una vera e propria “Bike Destination”, al contempo si possono sviluppare alcune attività che altrove non sono possibili, e sua quello bisogna puntare.
Questo progetto Amalake ha come obiettivo, alla fine di questo percorso di scambio e studio dei reciproci territori, di avviare un portale avente l’obiettivo di razionalizzare le location e le realtà dove più concretamente il turismo Outdoor è ben avviato e dove gli sforzi devono essere fatti per poterlo migliorare e potenziare. La mia speranza è questo possa essere un solo segnale, un primo passo. Cosciente che era un passo da fare almeno dieci anni fà, non solo ora in cui c’è “l’onda della moda”, sono sicuro che può essere quanto meno un punto di inizio per poter dare al turista una visione più chiara di cosa può fare, e dove, al Lago Maggiore. Cosa che fino ad ora era impossibile sui portali/siti pre-esistenti. Quello che personalmente ho appezzato è stato lo spirito freddamente critico riguardo all’operato odierno. Finalmente qualcuno avrà (spero) capito che tanti di noi non sono polemici ma hanno parlato per conoscenza essendo, più volte, usciti “dall’orticello” di casa per via di esperienza personali e/o professionali e dunque avendo una visione concreta e specifica di alcuni aspetti, scontati o meno che siano.
Attendendo curiosi di vedere il risultato, nel frattempo mi lascio alle spalle una bella esperienza, in particolar modo la nostra presenza al primo giorno di Paganella Bike Days, senza dimenticare (IMPOSSIBILE FARLO!) le discese lungo il mitico “Willi Wonka” del Paganella Bike park, il degno modo di concludere un viaggio studi con un mega sorriso stampato in faccia. Da parte mia, credo che noi operatoria qualsiasi livello, possiamo solo fare del nostro meglio, fare rete, proporre qualità. A questo studio, come detto apertamente, avrebbero forse dovuto partecipare presidenti, amministratori, e “tecnici” locali. Cioè coloro che davvero possono proporre un cambiamento strutturale e culturale “dall’alto”.
Grazie a alla Camera di Commercio del Verbano Cusio Ossola per averci coinvolto.