Gita Tre Laghi
Nella sezione del sito “da Varese a Malpensa” è accennata una passeggiata con questo titolo, che comprende il lago di Comabbio, quello di Monate e il lago Maggiore. Nel giro di oggi invece, è il lago di Varese a comporre il “trittico” a sfavore di ….. continuate a leggere e lo saprete!
Come indicato nel breve testo esplicativo, uno dei punti di forza del giro, oltre agli ampi panorami di cui si gode, è la versatilità, ovvero la possibilità di alternative lungo il percorso per allungarlo o accorciarlo a piacimento, a seconda di desideri e necessità.
Sarà il caso dell’uscita di oggi, sperimentata da un terzetto affiatato con l’obiettivo di passare una mattinata in movimento all’aria aperta, in una splendida giornata di Agosto.
Partenza ore 9 da Vergiate, è già caldo e lo diventerà ancora di più. Stavolta almeno i 3 punti cardini sono fissati, tre laghi, Varese Monate e poi si vedrà se concludere con il Maggiore o con Comabbio…
Subito sulla strada più all’ombra raggiungiamo il borgo di Cuirone. Un minuscolo riccio ci attraversa la strada avvicinandosi all’inerpicabile muro di cinta, con cautela lo ricollochiamo nel bosco antistante. E’ sempre emozionante accorgersi che la natura ha i suoi abitanti.
Entriamo subito anche noi nel bosco, passiamo dal laghetto di pesca e siamo a Villadosia. Un paio di chilometri di asfalto per arrivare alla cascina Palude tra Crosio della Valle e Casale Litta. Da quì sul sentiero che cinge il fosso Carbonino evitiamo la deviazione verso la Cascina Spazzacamino e andiamo direttamente alla Rogorella di Bodio (ottima panoramica sulla catena del Monte Rosa); sempre nel sentiero boschivo raggiungiamo quindi la Fattoria Pasqué a Bernate. E’ tempo di un caffè, i 12 chilometri e 45’ passati non ci consentono ora di assaggiare il gelato prodotto con il latte appena munto dalle mucche allevate in loco.
Veloce discesa su asfalto per Inarzo e, poco dopo la capanna della LIPU adibita per osservare i volatili della palude Brabbia, innestiamo la ciclabile del lago di Varese in direzione Est per arrivare fino Cassinetta. Percorriamo qualche metro di SP 18 prima di voltare a sinistra su via Trieste e da qui riconquistare lo sterrato sul prato. Attraversato il ponticello sulla ferrovia, di lì a poco siamo alla stazione di Travedona Biandronno. Il sentiero dei lavatoi si inerpica sulla collina all’ombra del bosco per sbucare ai margini del paese lacustre. Per stradine secondarie raggiungiamo il municipio e il cimitero, poi attraversiamo la superstrada sul ponte che costeggia Villa La Motta (più sotto c’è il Golf dei Laghi). Incrociamo la SP 36, ma dopo pochi metri ed una duplice visione panoramica sul Maggiore e il più piccolo di Monate, pieghiamo a destra su una sterrata in discesa che tagliando poi la SP 63 ci conduce sempre nel bosco in prossimità dell’ingresso del JRC.
E’ tempo di decidere la nostra terza meta, optiamo per il lago Maggiore, con il lungolago per il tocco “beach” dell’uscita. Ma prima, come rinunciare al vicino pistino MTB di Barza? Rapida incursione, vai di appoggi e infossamenti, salto spintaaaa e siamo alla rotonda di Ispra. Situazione: ore 11:15, 30 km, circa 2 ore in movimento. Il terzo compagno, che aveva già pedalato una decina di chilometri per raggiungerci alla partenza, dà forfait e riprende la via di casa in solitaria. Noi proseguiamo, sapendo che ci aspetteranno almeno altri 20 km in parte sotto il sole di mezzogiorno! Piazzetta e lungolago quindi, poi il Parco della Quassa.
Il livello del lago è basso e decidiamo di seguirne il profilo lacustre, ma il miliardario che si è comprato la villa con la proprietà costiera più lunga dell’intero Verbano ha ben deciso di costruirsi la rimessa del motoscafo all’interno della cinta, pertanto il profondo solco liquido creato interrompe con grande disappunto la nostra già non facile cavalcata tra sassi e marcite perimetrali, lasciando l’altra sponda una meta irraggiungibile. Dietro-front.
A questo punto abbiamo perso tempo prezioso (ed anche energie) e bisogna rielaborare un piano di rientro rapido ed indolore. Usciamo dal Parco della Quassa, la SP 69 ci porta ad Uponne. Su strade secondarie arriviamo a Capronno, il lavatoio ci consente di sostare a rinfrescarci per affrontare gli ultimi chilometri (siamo ora a 41). Considerati gli oltre 30 gradi e le 2 ore e quaranta passate in sella optiamo per il sentiero nel bosco per raggiungere il bivio Lentate – Taino. La scelta si rivela ottimale, il tracciato lievemente ondulato è asciutto e veloce, abbastanza largo e in ombra! Dalla piana in poi, però, salvo un breve tratto già a Vergiate, siamo sull’asfalto come su una graticola. Oriano, Oneda, salita Varisnella, attraversiamo la superstrada, la scorciatoia nel bosco ci conduce in paese e finalmente siamo arrivati.
Chiusura definitiva a 3ore17, 53,3Km, circa il 70% in piano con quasi 450 metri di dislivello. Non male. Certo potevamo risparmiarci qualcosa con la deviazione alla Quassa, ma un’uscita senza avventura che uscita è?
Alla prossima!