Venerdì 17

Non sono particolarmente superstizioso, non mi faccio prendere dalla necessità di effettuare gesti scaramantici.

Quantunque la data del 17 associata alla giornata del venerdì mi lascia un minimo di inquietudine, un po' da sospiro sospeso.

Decido quindi e comunque di uscire, impegni vari, il clima sfavorevole ed un paio di scuse hanno limitato le mie uscite e vorrei mantenere il mio programma di allenamento.

Ho intenzione di fare poco più di un’ora, ho un impegno nel pomeriggio e sfrutto quindi la “pausa pranzo” – anche il momento più caldo – per macinare qualche chilometro.

Non ho deciso precisamente il giro, voglio evitare grosse salite e pozzanghere, nello stesso tempo spostarmi dal paese considerato che il recente lock down mi ha limitato negli spostamenti.

Direzione Arsago Seprio, poi deciderò se scendere al Panperduto o rimanere in alto verso Golasecca, oppure virare verso Besnate e Mornago…Abbandono subito l’asfalto e mi infilo nel sentiero verso la vecchia discarica, poi -attraversato lo Strona - passo sotto l’autostrada e inizio la risalita verso Somma. La pedalata è fluida, il clima accettabile compare anche uno sprazzo di sole. Al bivio devo rinunciare al sentiero alto, una pianta orizzontale ostruisce la via ed oggi non ho voglia di saltare fra i rami come mi è capitato la volta scorsa e negli ultimi giorni (la neve caduta ha appesantito le fronde causando numerose rotture e cadute di piante). Torno indietro e passo quindi dalla variante inferiore, comunque piacevole. Il fondo è pieno di foglie, fra cui si nascondono sassi smossi e vari rami, leggermente umido. Abbastanza scorrevole ma insidioso.

Quando cambia la pendenza sento un rumorino sospetto provenire dal posteriore, rametto fra i raggi? Immediatamente mi fermo.  Ho imparato che è meglio perdere qualche secondo che trascinare qualcosa che può entrare nella ruota o nel cambio provocando un pericolo o peggio ancora un danno anche consistente.

Apparentemente tutto ok, non è rimasto niente, evidentemente è saltato via come normalmente avviene nel 95% dei casi. Riprendo, la mia testa è già sul percorso, dividendo l’attenzione tra i 3 metri avanti e la scelta del tragitto. Avrò fatto 10 metri e d’improvviso il pedale si blocca, forse ho sentito anche un rumore più forte. Azzo…Mi arresto. La catena non è caduta dalla corona. Lo sguardo punta allora alla ruota dietro per ispezionare e verificare l’accaduto.

Quello che scopro mi provoca una sensazione simile a quando uno apre un frigorifero dopo che è mancata la corrente per qualche giorno.

Un disastro.

La gabbia è divelta, proprio storta di brutto, manca anche la rotella inferiore. Fine della gita. La giornata si fa triste e complicata.

Cerco subito i pezzi mancanti, una caccia al tesoro. Qualcuno recuperato. Servirà ancora? E’ evidente che non è possibile riparare il cambio, e nessuno gira con un cambio di scorta.

Faccio il punto della situazione. E’ da poco passata l’una, devo essere a casa per le 14:15, sono a poco meno di 4 kilometri da casa. Sono lontano da strade asfaltate, non posso contare che su me stesso.

Il rientro non contempla grosse salite, direi in prevalenza pianeggiante o in lieve discesa. Questo è già confortante.

Evito quindi di fare lo scatto fisso (usare la trasmissione su un solo pignone) dato perderei troppo tempo con il rischio di perdere qualche pezzo nelle operazioni di sistemazione. Opto invece per stringere la gabbia penzolante con delle fascette e “arrotolare” la catena in modo che non entri nella ruota fasciandola in un residuo di camera d’aria che porto con me. Poi abbasso il telescopico al massimo ed in questo modo posso spingere la bici da seduto, come un monopattino. Riesco a muovermi a 7-8 km all’ora, quindi in mezz’ora posso essere alla base. Tolgo i calzari per non rovinarli, dato che devo spingere con i piedi.

Nel sentiero non incontro nessuno, forse avrebbe potuto “tirarmi” un pochettino, come facemmo con un amico che ruppe il movimento centrale a circa 20 km dalla macchina…Mentre spingo penso alla sfiga che ho avuto. D’altra parte, seppur con una accurata manutenzione che in parte previene diverse problematiche, se vai in giro assiduamente qualche intoppo lo devi mettere in conto: forature, raggi rotti, magari la catena…per non parlare di scivolate, graffi e strappi…A me quest’anno era andata anche abbastanza bene, a differenza di qualche amico che aveva già avuto un’esperienza similare.

 Ma il fatto che sia capitato proprio oggi… E’ evidente che la gita programmata per domani salterà, più tardi dovrò occuparmi anche del danno, ricercare il ricambio, acquisirlo, montarlo…

Con queste riflessioni arrivo a casa alle 14, va bé è esercizio anche questo, anche se non mi gratifica farmi vedere dai pochi presenti nelle vie del paese in queste condizioni.

La sera buttando giù qualche appunto mi soffermo sul riquadro data ora. 18/12/2020

18. Oggi è il 18! Non il 17. Venerdì 17 non esiste, la sfiga comunque si, sempre.

paolo Gaglione