Vista da cartolina, con noi non manca mai.
Giornata splendida, il sole è già caldo a Sesto e sono le 8:30 di mattina.
Rimane ancora da definire il giro, ma so già che la direzione sarà il Piemonte, ovvero la sponda occidentale del Lago Maggiore.
Considerata la giornata ottimale e il piccolo gruppo scalpitante, diventa subito evidente che il tracciato di oggi sarà uno dei miei preferiti, con qualche piccolo sforzo da mettere in conto ampiamente ripagato da discese a volte tecniche, passaggi in pinete fresche e panorami favolosi, considerata la lievissima brezza che oggi rende il cielo molto limpido.
La prima tappa è a ridosso di Borgo Ticino, il Parco del Monte Solivo, un piccolo rilievo che si vede alla sinistra dall’autostrada E62 prima della diramazione per Genova e Gravellona Toce.
L’ingresso nel bosco è da via Stazione, che si innesta sulla SS32 all’altezza del ristoro da Teresa, immancabile sosta per il caffè dopo la prima mezz’ora di pedalata. Questa area è facilmente raggiungibile attraverso strade secondarie poco trafficate da tutta la zona di Castelletto e Dormelletto; noi infatti arriviamo da via Valloni e Rossini entrando poi nel bosco per passare sotto l’autostrada e quindi riprendere via Caduti della libertà.
Il largo sentiero è in leggera pendenza, molto fresco, alla cappelletta di San Zeno svoltiamo a sinistra e saliamo ancora fino a via Valle, la sterrata che attraversa tutto il parco.
Il parco meriterebbe più tempo, dato gli innumerevoli sentieri che lo percorrono, ma oggi abbiamo fretta e ci dirigiamo perciò alla prima vetta (365 mt) dividendoci fra i due sentieri principali, uno più corto, l’altro leggermente più lungo e a mio avviso molto più divertente in discesa.
Dalla vetta del Solivo, dopo qualche centinaio di metri sul costone immerso nella pineta, si scende di una cinquantina di metri per affrontare il sentiero a mezza costa che ci porta verso Comignago. Incontreremo ancora due discese che ci riportano a quota 260, una un po' tecnica per la pendenza e il sentiero stretto in parte ostruito dalla vegetazione e dai sassi smossi dall’acqua dei temporali dei giorni scorsi, l’altro piuttosto veloce che passa quindi sotto l’autostrada.
Attraversiamo la SP32dir in zona Prati a circa un’ora dalla partenza, quindi prendiamo la SP89 verso Oleggio Castello e ci gustiamo la maestosa vista sul Monte Rosa. Un paio di chilometri e oltrepassata la linea ferroviaria prendiamo il sentiero a destra che entra nel Parco dei Lagoni di Mercurago per essere nuovamente immersi tra bosco e pinete.
La salita dal Sentee del Custòn verso il motto Caneva ci porta alla zona della necropoli romana, poi una rapida discesa lungo el Sentée del Foss dove superiamo un piccolo guado, risaliamo ancora e incrociamo uno dei sentieri principali del Parco. Prendendo la Stra di Sél scendiamo fino allo stagno, al solito affascinante per i volatili sempre presenti e custode di insediamenti palafitticoli.
Seguiamo il sentiero che ci porta ad Oleggio Castello sbucando su via Niccolini, dove una radura adibita ad allevamento di asini e cavalli ci distacca dal fresco boschetto appena attraversato.
Arriviamo al borgo del Castello, se avessimo tempo ci fermeremmo al Birrificio artigianale DiciottoZeroUno (attenzione non è sempre aperto!) ma invece ripieghiamo alla fontanella in centro per riempire le nostre borracce semi-vuote dopo circa 22 km ed un’ora e mezza di allegra cavalcata.
Quindi SP159 per Montrigiasco, ma al bivio prendiamo via Pianelle, perché ci dobbiamo arrivare passando da Dagnente. Passiamo per i laghi San Carlo, una pesca sportiva unita ad un’area dedicata a salti da trampolino mediante argano, a meno di un chilometro dalla statua del San Carlone che si erge sul monte alla nostra destra. Noi però proseguiamo sullo sterrato nel bosco per uscire sulla SP110, che seguiamo in discesa fino alla frazione e innestarci su via Campagna che ci conduce dopo circa un km alla Chiesa di San Giovanni Battista a Dagnente. Il panorama dalla balconata sul retro è mozzafiato, siamo a 370 metri di altezza e praticamente si vede il lago dall’inizio fin sopra a Verbania, davanti la Rocca di Angera, Ranco e ancora il Campo dei Fiori e più lontano il monte Generoso...Spettacolo!
Foto, snacks, ancora acqua reperibile al cimitero di fianco, e si affronta la penultima salita che ci porterà a Montrigiasco imboccando via Suardi. La salita è piuttosto dura, nonostante la vista appagante si stringe i denti e l’asfalto scompare rapidamente a favore del sentiero. Allo scoccare delle due ore sbuchiamo su via Merano, ancora pochi metri in estrema pendenza e riprendiamo il bosco alla nostra sinistra. Il bel sentiero che sale fino a 480 metri al motto delle Rane riserva la gradita sorpresa del taglio della pianta che imponeva una faticosa deviazione e poi una guida attenta nel tratto dei lastroni bagnati dal ruscello per arrivare sulla discesa di via Cascina Motto.
Siamo finalmente a Montrigiasco, proseguiamo sulla SP verso la sommità della collina prendendo prima dello scavalcamento via Ferrari e piegando immediatamente a destra sulla gippabile. Ancora qualche metro per riguadagnare quota 450 poi ci godremo uno dei trail più divertenti della zona, una decina di minuti di discesa adrenalinica con qualche cambio di pendenza, pezzi veloci su terra battuta e pezzi guidati attentamente su sassi, nella meraviglia del bosco che circonda il motto Pruschio e Gaggioli e che cambia aspetto a seconda dell’altezza e dell’esposizione.
L’arrivo al Laghetto del Picchio incolumi rincuora tutti, ci si mette in bocca una barretta o una banana mentre si fà un rapido resoconto sulla radice scivolosa, la pianta scartata all’ultimo, gli escursionisti che hanno rallentato la discesa, il sasso di rimbalzo che ha colpito il telaio…
Dopo quasi 2 ore e mezza e 33 km siamo ora pronti per il ritorno, che faremo scegliendo un percorso più agevole (senza salite) e veloce. Passiamo davanti all’agriturismo Molino del Sabbione, fortunatamente oggi chiuso altrimenti l’odorino proveniente dalle cucine ci avrebbe devastato la mente. Da Oleggio riprendiamo la strada per i Lagoni, ma invece di attraversarlo fino in fondo come facciamo abitualmente, allo stagno prendiamo Via Lagoni e scendiamo alla struttura degli Alpini su via Monte Rosa che prendiamo fino a Dormelletto.
Invece di continuare su via Monte Bianco costeggiando il Parco, stiamo nel paese e risbuchiamo sulla SP30 da via Giovanni Pascoli. Arriviamo alla fine della discesa, siamo in prossimità del Golf di Arona, innestiamo la via dei Mulini e poi via Beati per evitare il traffico del Sempione, che incrociamo finalmente da via Riale. Siamo ormai al ponte di ferro di Sesto Calende e percorrendolo mi chiedo come sarebbe attraente se la ruggine sulla struttura fosse coperta da una bella vernice bianca e magari azzurra nella parte superiore.
Siamo veramente soddisfatti dalla bella passeggiata appena conclusa! I 50 km sono “volati” in poco più di tre ore e solo a casa mi accorgo che abbiamo raggiunto gli 800 metri di dislivello complessivo. Sarà per questo che l’appetito non manca. Doccia e …A tavolaaa!!!
Autore: Paolo Gaglione