Corso Accademia: MTB e formazione a Manerba del Garda

Autore: Paolo Gaglione

Manerba del Garda - Corso Nazionale per Guide di MTB (n. 132)

Ho approfittato di qualche giorno a fine Agosto per dare un supporto agli amici dell’Accademia Nazionale di Mountain Bike in occasione del 132° Corso per Guide Nazionali, nel bellissimo contesto del Lago di Garda, più precisamente a Manerba, sulla riva bresciana tra Salò e Desenzano.

Come potrete leggere dal loro sito, l’Accademia organizza non solo corsi per diventare Guida MTB, ma anche corsi specialistici (E-bike, Gravity..) e numerosi altri momenti di formazione che coprono gli innumerevoli aspetti della disciplina: tecnici, manageriali, di nutrizione, biomeccanica etc...

Vorrei però spendere quattro parole sul Corso e l’esperienza che si vive.

Il corso ha una durata di quattro giorni, solitamente il week-end e i due giorni precedenti. Esistono diversi appuntamenti durante l’anno e questi sono suddivisi fra alcune interessanti località della penisola, in prevalenza al Nord, ma non esclusivamente. Questo permette di scegliere, non solo il periodo più adatto, ma anche la zona più comoda o turisticamente più interessante per chi vuole abbinare Formazione e scoperta del territorio. Una prima conseguenza è che gli iscritti non sono solo quelli che vivono nei dintorni della località del Corso ma in maggior parte provengono da diverse parti d’Italia.

Il nutrito programma prevede l’alternanza di momenti formativi in aula e sul campo (ovvero in bicicletta) dal mattino alla sera (compresa).

Generalmente si ritrovano una cinquantina di partecipanti, con una buona eterogeneità nelle anagrafiche (dagli “sbarbati” ai quasi pensionati ma anche over) e una piccola ma agguerrita presenza femminile.

Le motivazioni che inducono alla partecipazione sono diverse: da chi vuole sentirsi più sicuro nel proprio passatempo, a chi vuole approfondire degli aspetti che non conosce bene, a chi vede una possibile evoluzione nella propria attività o esistenza.

Le esperienze pregresse sono quindi piuttosto dissimili: c’è l’atleta, spesso amatoriale e che prende molto sul serio la prestazione fisica, c’è l’appassionato di cicloturismo che ha voglia di confrontarsi anche con questa pratica, c’è chi esce la domenica con gli amici e vuole impratichirsi un po', c’è chi svolge un’attività turistica e ne vede una possibile integrazione e sviluppo, c’è chi ha addirittura il negozio di biciclette!

Insomma, il gruppo che si presenta il giovedì mattino è alquanto variegato ed è anche piuttosto raro che qualcuno si presenti in compagnia o con qualsivoglia rapporto di congiunzione. Quindi sostanzialmente estranei.

Il gruppone viene inizialmente suddiviso in 4-5 sottogruppi, ognuno sotto la supervisione di un insegnante e del suo vice. La primissima fase è quella di conoscersi condividendo esperienze e possibili obiettivi. Il rapido check della bicicletta anticipa la prima uscita, che sostanzialmente ha come scopo principale quello di identificare i livelli di preparazione, quindi pochi chilometri e molto più spazio ad elementi di base come la posizione di guida, l’impostazione della curva etc..

Al ritorno si ha la prima consapevolezza di quanto già si sapeva e quanto no (molto) e nella cena si iniziano a formare i primi crocchi…Ma la giornata non è finita, c’è la lezione serale… 

L’indomani, per ragioni di sale disponibili e Covid-19 si esce alternati: 2 gruppi al mattino e 2 nel pomeriggio. Chi non esce rimane in aula per la parte teorica (quanto ne sapete di topografia o di alimentazione?), gli altri si possono permettere una sgambata un po' più lunga (sempre contenuta nei 10 chilometri) per sperimentare ed affrontare qualche passaggio tecnico con l’ausilio e la direzione del Mastro e conoscere i segreti di uno zaino adeguato ad ogni bisogno, per sé e per gli altri. Dimenticavo, in tutte le uscite, negli spostamenti verso il posto dedicato agli “esercizi”, a rotazione i membri del gruppo provano ed imparano a “condurre” e a “chiudere” il corteo degli escursionisti con l’ausilio delle radioline. Che figata! Ma non è così semplice come si può pensare…. Sale comunque l’affinità e la confidenza fra i partecipanti. 

Il ritorno alla base già può contemplare uno stop “aperitivo” nei pressi della location. La cena è decisamente più rumorosa, la voglia di raccontare e raccontarsi aumenta, non mancano gli “istrioni” capaci di catalizzare gli astanti con sagaci battute. Ancora lezione alla sera (in effetti c’è molto da sapere) ma qualcuno ha già deciso di uscire dopo…o di soffermarsi al bar dell’albergo a fare due chiacchere con quello che abita nei pressi di dove voleva andare in vacanza e che elenca le meraviglie del posto.

Il sabato è il momento clou. Per questioni climatiche la mega-escursione (circa 35-40 chilometri) è al mattino, minaccia pioggia e ci attrezziamo di conseguenza. Il percorso tracciato dai supporter “locali” è nel contempo spettacolare e vario. Siamo sulle colline del Chiaretto, i filari si alternano a sterrate campestri, qualche boschetto e brevi tratti di asfalto su vie secondarie. Ogni tanto il Garda meridionale si presenta ai nostri sguardi fieri a gagliardi. Ognuno cerca di mettere in pratica quello che ha assimilato, ormai ci si chiama per nome senza leggere il cartello numerato posto sul manubrio.

I 4 gruppetti sfilano sgranati e sgargianti fra piazzette e rotonde o dinanzi a ville o pollai. Il vociare è allegro ma l’incedere è disciplinato dalla propria coscienza e talvolta dai precisi richiami degli osservatori. Qualche strappetto e brevi discese, qualche single track appena un po' impegnativo per l’acqua caduta che ha creato solchi e sassi smossi, un po' di fango sul piano, insomma comunque normale amministrazione per chi và in MTB. Un bel giro che stimola l’appetito, qualche goccia e il brontolio del cielo ci riportano a mangiare.

La lezione del pomeriggio prevede anche una prova tecnica di mini-manutenzione, chi è più esperto aiuta ed incoraggia chi non ha mai provato a “smagliare” la catena. Sul tardi, a riprova del variegato mondo del ciclismo, compare un personaggio/imprenditore che illustra e mostra quanto olii e sgrassanti possano incidere sugli attriti e influenzarne il movimento, dalla trasmissione centrale alle pulegge ai cuscinetti alle forcelle ai cavi del cambio. Adesso ho capito perché vado piano. E’ ormai sera.

All’ultima cena non si presentano in tanti. Molti hanno infatti deciso di uscire, fra di loro, come si fà nel sabato sera fra amici. Bei posti nel circondario non mancano, la compagnia evidentemente neanche.

Ci ritroviamo poi nella mattina per la sessione conclusiva. Purtroppo non c’è tempo per una pedalata e non c’è neanche il tempo per una pedalata visto che scrosci cospicui si alternano a timidi sprazzi di sole.

Si devono lasciare le camere, caricare le bici, prepararsi al ritorno. E’anche un rincorrersi di “dammi il tuo numero”, “appena passo da… ti chiamo”, “allora ci vediamo alla Gran Fondo del…” 

E’questo. Al di là del brevetto, dell’attestato, della fatica ed attenzione di qualche giorno. A mio parere la “magia” del corso è come questo gruppo si trasformi in un breve lasso di tempo in una “compagnia” da fare invidia ai commilitoni che si ritrovano alle adunate degli Alpini. E sono sicuro che una parte di loro si ritroveranno, con un ricordo ed una nuova esperienza da raccontare.

Grazie Accademia, ho visto il corso da un’altra angolazione ma la sostanza non cambia!Esperienza ma anche amicizia, relazioni, ecco perchè potrebbe valerne la pena!

Stefano Sacchelli