Giro Due Ponti x 3!

Ticino alto: anello Ponte di Oleggio - Porto della Torre

 Nel nostro sito, nella raccolta Ticino - sezione degli itinerari, viene accennato in modo sintetico il mood di questo percorso. Voglio ora provare a descriverlo in modo piĂą articolato, complice il fatto di averlo percorso tre volte in quindici giorni, tra metĂ  Giugno ed inizio Luglio sia in un verso che nell’altro ed in orari diversi. Quantunque sia partito dal mio paese, Vergiate, il giro è comunque impostabile in modo di circoscrivere il periplo e ridurre la distanza ad una quarantina di chilometri.

Nella prima escursione del 18 ho deciso di scendere dal versante lombardo verso il ponte di Oleggio. Nel bosco fino a Mezzana ad Arsago Seprio poi, attraversata di lato Somma, mi sono diretto verso la brugheria della Malpensa, scendendo sui canali in prossimità di Castelnovate; da qui ho poi raggiunto la centrale idroelettrica di Vizzola e proseguendo lungo la piana sono arrivato al ponte di ferro. Ci ho messo solo 1 ora (22km) ma quello che mi ha appagato di più è stato il fresco che ho potuto godere durante il tragitto, nonostante la temperatura di 30 gradi.

Uno sguardo se al ristoro al di là del fiume trovo acqua, ma bisogna entrare al bar e non ho voglia di fermarmi, comunque ho ancora poco più di mezza borraccia. Proseguo quindi verso nord, su strada e sterrati parzialmente esposti seguendo la Roggia Molinara di Oleggio, prima all’agriturismo e poi al maneggio. Una puntata veloce alla spiaggia dove però non sosto, il panino che mi sono portato assorbirebbe le ultime risorse idriche rimaste. Punto perciò alla pesca sportiva dei Laghi Rascarola che ahimè trovo chiuso, a questo punto l’unica soluzione è la fonte alla cascina Montelame che finalmente raggiungo dopo un’ora e altri 15 km dal ponte. Sosta ri-generatrice all’ombra, il panino coppa e caciotta piccante mi solleticano il palato mentre un po' di frutta e uno snack al cioccolato chiudono il rifocillamento.

Riprendo la via nel bosco verso il ponte a Nord, sorpassata la presa della roggia risalgo la costa stramba, caratteristica per i sassi anneriti che affiorano dal suolo. Verso la fine del sentiero decido di seguire una variante che ho visto a casa sulla mappa, il Gps mi guida tra gli arbusti e felci, il sentiero è quasi scomparso e con qualche peripezia finalmente riguadagno la provinciale che scende al ponte di Porto della Torre. Due ore e trenta, 42,5 km. Per il ritorno a casa opto per limare il dislivello, quindi procedo sul sentiero nel bosco fino a Coarezza; poi verso Golasecca e Sesona sempre nel bosco ai margini delle scuderie che si incontrano nella via. In totale circa 54 chilometri in 3ore e un quarto.

Manecggio Cascina Castello

Manecggio Cascina Castello

Il 25 sono pronto per un nuovo giro. Questa volta ho deciso di invertire il senso di marcia, da Nord a Sud passando inizialmente dal Piemonte. Splendida giornata anche oggi, sono le 13 ma ho già mangiato, quindi la via diretta nei boschi Sesona – Garzonera – Gaggini mi consentono di essere a Golasecca senza patire il caldo e di raggiungere il ponte scendendo dalla rizzata dopo aver attraversato la pineta. Volo sul nastro asfaltato e alla mezz’ora sono al Lazzaretto all’inizio del sentiero. Il fondo è abbastanza compatto, la larghezza ideale, e gli alberi proteggono dall’esposizione solare. Si sta bene, con la leggera discesa finale in dieci minuti sono alla confluenza della roggia molinara di Oleggio con la roggia di Simonetta. Opto per seguire quest’ultima, in modo di seguire il fiume che però non si vede, sono immerso nel bosco e i rumori che sento sono solo quelli delle foglie smosse dalle lucertole o i richiami dei volatili allertati dal mio passaggio. Dopo lo stagno riguadagno lo spazio aperto, la catena del Rosa è lo sfondo ai grandi spazi delle radure tagliate da poco, in località Baraggia Aperta – Casone.

Proseguo sul suggestivo sentiero che ora lambe il fiume e le sue lanche, il punto panoramico di fronte all’ansa di Castelnovate lascia sempre la voglia di uno scatto che farĂ  fatica ad immortalarne la bellezza. Riprendo momentaneamente l’asfalto di via Baraggia, poi ancora sentieri trasversali fino alla fabbrica del Pesce, che raggiungo dopo un’ora e 20 km. Mi riporto sulla roggia Molinara di Oleggio, poco dopo la centrale idrovora Bronzini mi innesto nel sentiero verso monte che segue la roggia, la vegetazione è molto fitta ma l’aria è fresca e data l’ora ci sono anche poche zanzare. All’arrivo sullo sterrato decido di salire ancora un po', il sentiero che giunge al Canale Regina Elena è un divertente trail specie nella parte finale. Allo sterrato di Sant’Eusebio decido di continuare per il trail basso in mezzo al bosco, di solito percorso in senso inverso. Si spunta sullo sterrato di via vecchia Ticino, quindi mi fermo per un caffè e dell’acqua alla Trattoria del Ristoro, posto che meriterebbe senz’altro una sosta piĂą …sostanziosa. Rinvigorito decido sulla trafficata provinciale che arriva da Oleggio di prendere la deviazione alla cascina Farazzina, seguendo la stradina asfaltata verso sud per circa 1,5 km.  Ora si prende un sentiero che risale verso il ponte seguendo il Ticino, ma le ultime piene hanno ridotto il tracciato originario e il guado a metĂ  è sempre un’incognita essendo irregolare l’afflusso di acqua. Oggi si passa, così al 30° chilometro sono al ponte di Oleggio dove numerosi bagnanti affollano le rive adiacenti. Risalgo al Ex-Dogana austriaca per prendere acqua, sono passate due ore. Proseguo sul canale Villoresi, poi alla centrale di Vizzola mantengo la destra del canale industriale fino al ponte in prossimitĂ  dell’ANFFAS, spingo la bici sui ripidi gradini per collegarmi alla strada che porta alla sede dell’associazione e da lì proseguire sull’insinuoso ma spettacolare sentiero fronte Ticino che mi permette di raggiungere la spiaggia Fogadore e poi le dighe del Panperduto. La strada statale mi riporta al ponte di Porto della Torre, 46 km e 2 ore e tre quarti. Salgo dalla ripida Rizzata, poi il sentiero della cascata a bordo costa mi conduce alla stazione delle barche, proseguo nel bosco fino ad arrivare al sempione, continuo ai margini dell’aereoporto di Vergiate e superata l’autostrada piego a sinistra sullo sterrato che in pochi minuti mi porterĂ  a casa, per un complessivo di 54,5km e 3h15 e un dislivello di poco inferiore ai 400 metri.

Ticino visto  a sud del ponte di Oleggio

Ticino visto a sud del ponte di Oleggio

Il 2 luglio intraprendo nuovamente il giro. Questa volta accompagnerò, almeno in parte, un’amica che ho introdotto a questo mondo e che condivide saltuariamente piacevoli escursioni ed avventure. Sono le 8:20 quando parto, e per rispettare i tempi del rendez-vous al ponte di Porto della Torre affronto in modo sostenuto gli 8 chilometri per la via più diretta (ovviamente nel bosco ove possibile). Insieme quindi arriviamo al Lazzaretto e dopo un paio di foto prendiamo il sentiero per la confluenza delle rogge. Da lì ci dirigiamo alla cascina Montelame, per rifornirci d’acqua. Il sentiero verso il Mulino ci porta al belvedere, e poi seguiamo la strada per la Fabbrica del pesce e dopo il complesso chimico imbocchiamo via vallata del Ticino che costeggia inizialmente il fiume. Risaliamo sul sentiero dietro la roggia molinara dopo la centrale idrovora, questo piccolo tratto merita di essere condiviso! Allo sterrato però preferiamo girare verso il sentiero sab-ghia il che ci consente una piacevole sosta dopo 1h:30 ed i “miei” 24km: un tuffo nel fiume dalla spiaggia antistante la parte bassa dell’ansa di Castelnovate (a sud della pista Pirelli).

Il sentiero di sapore “africano” nella prima parte rientra poi nel boschetto e costeggia il torrente Ticinello, per terminare ai laghi ricavati dalle ex-cave, un’area bonificata ma ritornata un po' all’abbandono prima della riqualifica definitiva. Riprendiamo la provinciale e al ponte voltiamo subito a sinistra costeggiando inizialmente il Ticino, poi ci spostiamo dal lato del canale industriale che oltrepassiamo al mulino di Ferno, imboccando il sentiero che segue la roggia di alimentazione. Sfociamo nella piana e risaliamo alla piazzetta di Vizzola sui brevi ma ripidi tornanti asfaltati. Qui ci separiamo, al km 34 e circa 2:10 riprendo la via di casa passando dal sentiero sul costone; dopo il distributore piego a sinistra nella pineta verso la Maddalena, poi nei pressi del cimitero proseguo verso il belvedere e aggirato il blocco della casa franata riprendo il sentiero che mi conduce al vecchio ponte per Golasecca sullo Strona; al porto delle barche continuo nel bosco verso la Garzonera, per rientrare su Sesona da via Mairate, alquanto sconnessa sul finale e piuttosto lugubre. Ancora pochi minuti e sono a casa, concludo i 50 chilometri e rotti in poco più di 3 ore, dislivello sempre poco inferiore ai 400mt.

Spero che queste note vi facciano percepire quanto un itinerario possa essere “malleabile” e soggetto a modifiche e variazioni a seconda di necessità o volontà. E che la nostra zona, con una scelta oculata dei sentieri, permette una pedalata al fresco ed in ombra anche se “fuori” ci sono 30 gradi. Provare per credere!

autore: Paolo Gaglione

paolo Gaglione