TRECENTO

300km in bici senza sosta, non avevo mai fatto nulla del genere!

Per la prima volta dopo tanti anni non mi stò allenando per sfide sportive o gare.

Era necessaria (e voluta) una pausa per dedicare tempo, energie e risorse a riorganizzare la mia vita dopo due anni molto complicati.

Questo però non significa non godere delle mie passioni! Tutt’altro. Chi mi segue sul mio canale Instagram vede che corro e pedalo per tenermi in forma. Lo sport per me non è una distrazione o una semplice passione ma un modo di sentirmi bene, di esprimermi e vedere il mondo con occhi “primitivi”: la fatica in ambiente naturale credo sia uno strumento fantastico per apprezzare ancor più quanto ci circonda.

Quest’anno dunque la corsa è strumento di benessere e la bicicletta strumento di viaggio.

Avevo però una idea da completare, un lungo in bicicletta che non ero mai riuscito a fare. Verbania - Passo Sempione - Briga - Passo Neufenen - Locarno - Verbania.

All’incirca 280km e 4500 metri di dislivello sulla carta, ma tutto da verificare poi in sella. Mi affascinava l’idea di fare questo maxi tour stradale affrontando il secondo passo di notte, dunque con  partenza verso mezzogiorno da casa.

Consapevole di non avere gambe e testa allenate come si deve, mi sono lanciato per riprovarci con spirito di sfida “soft”. Il primo tentativo infatti fù fallito, giornata no e bandiera bianca al Sempione, se non sbaglio era a fine estate 2020.

Le due salite non sono impegnative, non ci sono grandi pendenze ma solo tanto sviluppo chilometrico: tuttavia salendo verso il Sempione mi sono reso conto della mia mancanza di allenamento e per questo ho pedalato da “cicloturista”, per evitare una ennesima resa arrivato in cima.

Una volta arrivato a Briga, dopo una lunga e ventosa discesa, beh….. mi sono reso conto che avrei voluto la tenda per trovare un posto dove riposare e ripartire il giorno dopo 😂.

Mi sono accontentato di una bel gelato gigante, per la cena era troppo presto e comunque prediligo tanti piccoli pasti ad uno intero che appesantisce e blocca.

Ho continuato e sono arrivato all’attacco del passo Neufenen con l’ultima luce che lasciava la giornata. Nonostante l’annuvolamento il gioco di luci lungo tutto il vallone, che porta anche verso il più noto Furkapass, è stato suggestivo ed emozionante. Ma appena accesa la torcia ed iniziata la salita del Neufenen mi sono reso conto che non ne avevo; non tanto energia ma preparazione fisica. Le gambe erano vuote e mi sono fermato tre volte per fare pausa. Ci ho messo un bel pò a fare i 13 km per arrivare in cima, l’orologio segnava 23:42.

Prima di scollinare mi sono vestito adeguatamente per affrontare la lunga discesa verso Bedretto ed Airolo; essere equipaggiato con luce adeguatamente potente fà la differenza e mi godo tutta la discesa in piena visibilità e sicurezza. Non fà nemmeno freddo!

Una volta arrivato ad Airolo pausa cibo con il fido “paninetto di emergenza” senza il quale non mi avventuro mai in cose di questo genere. E poi… magia la gambe si sono sbloccate. Consapevole del fatto che altre salite non ci sarebbero state,  mi attendevano solo lunghi noiosi km pianeggiati per rientrare a Verbania, andavo ad una velocità di crociera tra i 25km  e 28Km orari, senza spingere dunque ma con le gambe che frullavano leggiadre.

Sono riuscito a pedalare senza sosta, al netto di uno snack e ricarica borracce a Locarno dove la vita notturna era a tutto volume. Poi il silenzio delle rive del Lago Maggiore sino a Verbania.

In realtà passando da Cannero Riviera ho pensato “dai, fai l’uomo: una bella salita fino ad Alpe Colle e Segletta scendere”. Ma ho saputo badare a questo istinto maslsano…. Avevo finito gli snack e tutto era chiuso, quasi sicuramente mi sarei sovraffaticato con una dura salita per la quale ero totalmente impreparato, considerando comunque 265km ed una notte intera alle spalle! Ho tenuto a bada questa idea dicendo a me stesso che era già un miracolo che fossi arrivato sino a lì sentendomi così bene.

Ed il cronometro non mentiva, davvero ci ho messo tantissimo, quindi…. via verso casa! E’ importante sapersi ascoltare e non cedere ad estremizzare quando non si ha la preparazione adeguata.

Arrivato a verbania il GPS mi segnalava con notifiche di aver toccato i 300km ma al contempo lo schermo diceva altro: le lunghe gallerie ed alcune incoerenze del Garmin, tenuto in modalità di risparmio energia, mostravano 282km. Non bado troppo ai numeri, ma ero talmente felice, carico e pieno di emozione per aver pedalato a fianco del Lago Maggiore con una alba magnifica che mi sono detto “sù, via!!!! Non ricapiterò in una situazione simile quindi muovi il culo fino ad arrotondare,  finchè non vedo 300km”.

Insomma, sono andato sino a Fondotoce, ho aggiunto la salita del Monterosso, un piccolo giro di boa sino Trobaso sotto un bel acquazzone e, alle 7 del mattino, sono a casa. Felice, un po’ debilitato ma con la mente sgombra e tanta emozione nel cuore.

I numero infine sono 300 km (anche se effettivi dovrebbero essere circa 315) e 4600d+ (affidabile). 14 ore e 30 minuti pedalate e circa 18 in giro. In effetti di micro pause ne ho fatte diverse e senza accorgermi si sono tramutate in ore ma mi hanno consentito di godermi l’esperienza, di essere vestito e nutrito adeguatamente e di non rischiare di stare male successivamente. Non pensavo nemmeno di poter fare una cosa simile in questo momento, figuriamoci se mi perdo a fare considerazioni cronometriche! E poi…. la sosta al Neufenen con cielo stellato chi se lo scorda…

A riprova il metro di misura del fisico: lo stomaco mi ha dato segnali positivi, due belle mangiate a pranzo e cena, una lunga dormita. Segno che ho gestito bene questa follia.

Ora qualche giorno senza sport e lavori di allungamento muscolare per dare al fisico la giusta pausa e ricompensa per avermi fatto vivere questa impensabile pedalata.

A volte la mente ed il cuore ci portano dove il fisico non è preparato; questa parentesi mi ha portato in una dimensione che avevo dimenticato.

Ora però via, rientro in quella attuale da cicloturista. Tra poco più di un mese parto per L’Islanda e credo proprio che lì, pur trattandosi di un viaggio, di sfide ne avrò parecchie.

Elia Sacchelli

Stefano Sacchelli