Neve, ghiaccio, fango
In questi giorni mi chiedo se bisogna essere più abili o fortunati, o quanto conti la tecnica rispetto all’incoscienza.
I pochi che escono a pedalare in questo periodo si trovano a fronteggiare delle condizioni di terreno tra le più dure e avverse dell’intero anno. La stabilità è seriamente compromessa, in molte situazioni occorre una cautela straordinaria e non sempre basta.
Sono da dimenticare i tempi di percorrenza abituali, ridurre la velocità è giocoforza se volete rimanere in sella; in più il fondo appesantito richiede un dispendio di forza maggiore rispetto al consueto e di conseguenza la vostra media abituale si abbasserà con il trascorrere del tempo. Farete anche più fatica perché una parte della vostra energia sarà dedicata al mantenimento del calore del corpo, specialmente se non siete coperti adeguatamente (vedi articolo sul blog e anche quelli del 4 e 14 dicembre)
Rassegnatevi, non sono giornate da PR ma piuttosto di salvaguardia della vostra incolumità fisica.
La temperatura non arriva a dieci gradi nelle ore più calde, se si anticipa o posticipa l’uscita ci avviciniamo molto allo zero. Nei giorni scorsi ha anche nevicato con inevitabili conseguenze: dove è più caldo, tendenzialmente in una radura assolata, la neve si è sciolta e l’acqua ha impregnato il terreno ed il fondo; se siamo in pendenza non c’è ristagno, ma rimane bagnato e il rischio si moltiplica in presenza di radici, specie se oblique rispetto al senso di percorrenza. Il legno viscido è quanto di più scorrevole possiate trovare, nessun tassello può impedire lo scivolamento.
Se siamo su uno sterrato, probabilmente l’acqua della neve disciolta si è mischiata al fondo ed il risultato è un fango, più o meno compatto a seconda della temperatura. Se siamo all’interno del bosco la situazione varia a seconda dell’esposizione e della copertura degli alberi: possiamo trovare zone quasi asciutte come zone molto fredde dove gli accumuli di neve e ghiaccio resistono a lungo.
Vediamo più in dettaglio alcune delle più comuni insidie che si possono presentare al vostro passaggio. Se questi tratti sono frequenti e probabili è opportuno sganciare le scarpe dai pedali, per avere un appoggio supplementare in caso di perdita di controllo del mezzo.
I canali di fango indurito.
Dove il tracciato ripercorre strade rurali, spesso il peso dei mezzi agricoli crea dei solchi più o meno profondi. Il dislivello tra la parte superiore e inferiore può costituire un pericolo per la stabilità, sia che usciate dal livello inferiore, sia che entriate in quello inferiore. A seconda dell’altezza del gradino, bisogna considerare anche l’eventuale impatto dei pedali.
In questa situazione si può incorrere in una derapata col posteriore ma anche in una repentina chiusura dell’anteriore con conseguenze anche serie e spiacevoli.
Le chiazze ghiacciate
Improvvisamente si para alla nostra vista un’estensione di qualche metro di bianco – grigio. Più ci si avvicina più si nota il colore scintillante, il fondo duro e ghiacciato. La migliore cosa è rallentare il prima possibile, ma è probabile che ci saremo sopra ancora ad una certa velocità. In questo caso è sconsigliato frenare, specie con l’anteriore, occorre invece mantenersi il più in verticale possibile (dritti) evitando cambi di direzione specie se repentini.
Il sentiero innevato
In questa situazione non bisogna farsi prendere dall’inebriante sensazione del “primo Tracciatore”, ovvero di colui che lascia il proprio solco sulla neve vergine. Sia perché molte volte non sarete il primo a percorrerlo, sia perché non bisogna dimenticare che sotto la “candida coltre” è sempre presente tutta quella serie di piccoli ostacoli che normalmente evitate con cura: sassi, rametti, ceppi, radici. Se è un tracciato che già conoscete potreste ricordare alcuni punti critici in cui muoversi con cautela, se è un sentiero nuovo moltiplicate la vostra attenzione sui cumuli e riducete ulteriormente la velocità.
Se la neve è ghiacciata è probabile che possa in parte sostenervi e magari cedere al passaggio, se è fresca si attaccherà alle ruote e potrà ostruire il passaggio ruota al carro posteriore. Possibile anche una riduzione dell’efficienza delle pastiglie dei freni. Più il livello della neve è alto più sono compromesse trazione e direzionalità come diventa molto più faticoso pedalare.
Detto questo vi chiederete: ma il fascino qual è?
La risposta è molto soggettiva, ognuno ha le sue motivazioni ed i suoi “piaceri” particolari. Il fatto che queste condizioni – in particolare la nevicata - si verificano saltuariamente potrebbe già costituire un valore di “esclusività” o “rarità” da prendere in considerazione (l’occasione da non perdere). Ma sono invece delle sensazioni più percepibili che a mio parere stimolano e affascinano di più: il rumore delle gomme sulla neve, il silenzio ovattato nel bosco, la sfida al freddo, la misura della vostra destrezza tecnica, l’adrenalina dello scampato pericolo.
Di sicuro, quello che rimane, dopo tanta bella esperienza, è la necessità di una pulizia più che adeguata del vostro mezzo ed una doccia calda.
Ma non entrate in casa con le scarpe inzaccherate! Quello che avete evitato fuori non è niente in confronto!
Autore: P. Gaglione