Sfida a Burian
E’ un paio di giorni che ci preannunciano l’arrivo della perturbazione, ovvero il vento freddo siberiano o giù di lì. La sostanza è un brusco e sensibile calo delle temperature che peraltro non sono certo “gradevoli” aggirandosi attualmente sui dieci gradi scarsi. Tant’è esco giovedì ora pranzo per una sgambatella, poi vedremo l’evoluzione.
Il venerdì è cupo e già si sente l’aria fredda, una serie di impegni mi impedisce di uscire in sella.
Sabato mattina. Freddo polare. Al mattino siamo abbondantemente sotto le zero, previsione di massima a 2°. Sono più che intenzionato a rimanere al chiuso, non vorrei ammalarmi, specialmente di questi tempi.
9.22 primo messaggio ricevuto da uno dei Folletti: “ciao, oggi esce qualcuno?”
9.28 dichiaro che sono in forse, fa molto freddo, è più probabile che ci vedremo domani.
Alle 10.05 primo messaggio da uno dei Cingoli. Scandisce bene ora e luogo d’incontro. Solo due punti interrogativi lasciano spazio a possibili evoluzioni. Un minuto dopo “Gps” conferma con entusiasmo, seguito a distanza di mezz’ora dal terzo immancabile e poco dopo anche dal mitico Giò.
A mezzogiorno, finite delle commissioni, verificato il sole nel cielo azzurro, superate le perplessità della consorte, rompo gli indugi e confermo anche la mia presenza. La partecipazione di Giò è “merce rara”, di solito durante l’inverno privilegia la montagna e quindi sarebbe un peccato non vedersi.
Mentre carico la bici in auto arriva anche il messaggio della presenza di “FrecciaRossa”, che dovremo tenere “imbrigliato” se vogliamo sopravvivere alle sue medie spaventose.
Ci troviamo quindi a Nosate poco prima delle due, un caffè e si parte direzione Ansa di Castelnovate. Il freddo si sente, fortunatamente non c’è tanto vento e cerchiamo di evitarlo addentrandoci subito nel boschetto limitrofo, tanto per scaldarci un po' con qualche saliscendi e tortuosi track. Proseguiamo poi nella nuova parte verso il canale industriale, dove le pendenze sono più accentuate. Terminata la giostra arriviamo in zona Tornavento, prima saliamo sull’alzaia del canale Villoresi poi scendiamo al Mulino di Ferno e imbocchiamo il sentiero che costeggia il ruscello e arriva alla piana e quindi alla centrale dell’Enel. Seguiamo il canale industriale ancora per qualche centinaio di metri ed invece di prendere la strada per Castelnovate ci buttiamo subito giù al sentiero che costeggia il Ticino. Purtroppo la parte a mezzacosta non è ancora stata pulita e numerosi alberi caduti rallentano la marcia, obbligandoci talvolta a scendere e a spingere. Finalmente ci ricongiungiamo con il sentiero inferiore e di lì a poco siamo all’inizio del single track dell’Ansa, oggi molto scorrevole sia per il fondo compatto che per la vegetazione secca e poco intralciante. Alla fine della prima parte siamo tutti molto soddisfatti, sia per la temperatura risalita a 5 gradi sia perché abbiamo potuto “spingere” abbastanza, frenati solo dall’intralcio di qualche raro escursionista. Continuiamo il giro dell’ansa verso la pista Pirelli, alla sua estremità voltiamo a destra per costeggiare il fiume, il sentiero diventa un po' più aperto ma sempre tortuoso, un susseguirsi di allunghi e tratti di contenimento. Ci fermiamo per la “merenda” alla spiaggia, commenti e prove alternate sui mezzi a disposizione (alcuni “luccicano” ancora). Riprendiamo e considerate le favorevoli condizioni della vegetazione, invece di riprendere il bordo canale al ponte di cemento, proseguiamo nel boschetto fino allo scarico secondario del canale industriale nel fiume dove, superato il connesso passaggio pedonale, continuiamo sull’alzaia del Ticino fino al Ponte di ferro di Oleggio. Dirigendoci verso Nosate alla cascina Castellana valutiamo la possibilità di percorrere l’anello del Turbigaccio, un sentiero all’interno della “penisola” collocata tra il Ticino e il tratto iniziale del Naviglio Grande. Sono le cinque meno un quarto, ma più che l’orario è il guado sul Naviglio che dobbiamo attraversare a lasciarci perplessi. E’ vero, scorre poca acqua ma i 10-15 metri da superare non hanno appoggi, se si scivolasse - e il fondo sembra viscido - il bagno sarebbe assicurato, e in ogni caso anche un piede o due bagnati con questa temperatura non sarebbe il massimo. Mentre il gruppo medita e tentenna FrecciaRossa rompe gli indugi e spiana la strada. Ci si fà quindi coraggio e piano piano con cautela uno alla volta passiamo tutti senza problemi. Superato il varco al di là del guado prendiamo a destra passando sopra la presa del canale Marinoni che divide longitudinalmente l’area e sfocia sul Ticino al porto delle Barche.
Mentre torniamo a Sud effettuiamo una piccola deviazione per arrivare alla spiaggia, su un sentiero piuttosto trascurato…Un’altra piccola pausa (foto di rito) e si riprende.
Continuiamo verso Sud, passiamo la cascina, pedaliamo ancora e siamo in vista di Nosate in alto alla nostra sinistra. Ma c’è il canale di mezzo, e il passaggio no, o almeno non è segnato sulle nostre carte. Il sole inizia ad abbassarsi, non è il caso di tentare esplorazioni, abbiamo solo una torcia valida con noi. Riprendiamo quindi il sentiero verso Nord, più esterno e vicino al fiume. Poco dopo la cascina abbandoniamo la costa e riagganciamo il sentiero dell’andata per arrivare al ponte che conosciamo a metà del canale. C’è un cancello chiuso che impone movimenti militareschi per oltrepassarlo. Ormai è quasi fatta, dobbiamo solo tenere duro per un paio di chilometri, il sentiero è un po' difficoltoso e la luce diventa sempre più tenue, la temperatura è scesa sotto lo zero. Giò è sempre più provato, non esce con costanza e ormai siamo quasi a tre ore…Ultimi residui di forze, lo consolo prospettandogli una pantagruelica cena e le gambe del tavolo come dessert.
Finalmente siamo al ponte di pietra di Castano. Il gruppo si divide, in tre a Nosate, gli altri verso casa più a sud. Sono le sei, come nostra attitudine rientro al tramonto. Felici anche oggi. Bel panorama, bel giro, una parte nuova da rifare…e un freddo becco. ‘Fanculo Burian!
Paolo Gaglione