Bikepacking al Lago Maggiore? Che spettacolo!

Ad inizio Giugno mi sono ritrovato incastrato in una trappola mentale. I vari problemi che mi affliggono in questo momento di grande crisi, mi stavano portando ad una pigrizia e negatività inusuale. Mi sono ritrovato dunque a fantasticare, pensando a quella Italy Divide sfumata, a quella voglia di provare a spingermi oltre i miei limiti ed al contempo poter percorrere l’Italia su due ruote. Evento sportivo in programma il 1 Maggio 2020, una traversata “unsupported” da Napoli al Lago di Garda, l’Italy Divide è stato annullato per via della emergenza sanitaria.

Durante il lockdown mi sono messo ad ideare e programmare una traccia per conto mio, potenzialmente per poter fare dal Lago Maggiore a Napoli. Forse proprio per pigrizia, o magari per stimolarmi, ho lasciato la mia bici Gravel allestita proprio come era in previsione dell’evento sfumato. 

Tuttavia, il perdurare della situazione e diversi problemi personali iniziavano a togliermi motivazione e voglia, inutile nasconderlo. Martedí sera però, sfogliando dei ricordi, mi è venuto in mente come ho iniziato tutto questo percorso: cavandomela con quello che ho. Dunque, mi sono detto “ehi ma io ho già tutto!”. Una bella bici con delle borse già caricate, il Lago Maggiore e le sue Valli che ogni volta stupiscono per la bellezza. E da lì, l’improvvisata. Parto per un paio di giorni senza meta ed improvvisando intorno a casa. Detto, fatto. Tenda e materiale da campeggio caricato. 

Mercoledì mattina ero in sella un po’ intorpidito ma contento, e mi sono fiondato senza programmi a bordo lago fino a Cannobio. Da quel punto in poi, con la frontiera Svizzera chiusa, avevo una sola opzione: salire la Valle Cannobina. E allora sù, con calma e pazienza dato il peso della bici. Questa Valle l’avevo sempre e solo percorsa in discesa gustandomi l’adrenalina ed un po’ di velocità. Che scoperta farla lentamente in salita! Una immersione di verde e silenzio incredibile, gole gorgoglianti di acqua  e qualche angolo davvero stupefacente. Arrivato in cima, mi sono fermato al negoziato di prodotti tipici per un bel panino.

Ripartito dopo una bella sosta pranzo; mi ero ripromesso di non prendere strade o sentieri mai provati. Promessa non mantenuta…. Fermatomi per una sosta “toilette into the wild”, scopro il sentiero M18 che dice collegarsi a Re, luogo conosciuto per il suo stupendo Santuario. Non ho resistito, ma le pendenze e la tecnicità da MTB mi hanno fatto desistere optando per spingere la bici ed evitare cadute quasi inevitabili. Sbucato a Re, mi sono ritrovato in una dimensione surreale: tutto vuoto e silenzioso, che strano effetto in questo luogo normalmente molto frequentato.Poi via, lungo la ciclabile che collega Re a Santa Maria Maggiore. Ragazzi, a me questo posto piace un sacco. La Valle Vigezzo e le sue montagne, in passato ho fatto solo qualche piccola escursione a piedi ma non la conosco molto bene. 

Tuttavia credo sia molto bello percorrerla in bici anche per una famiglia, o da chi è alle prime esperienze utilizzando le ciclabili immerse nella natura. Inevitabile la menzione della Piana di Vigezzo, che per gli appassionati di MTB si è ormai trasformato in un luogo “must” della nostra Provincia. Curiosando, ho trovato una cascata M-A-G-N-I-F-I-C-A ed alcuni altri angoli mai visti prima nonostante i numerosi passaggi fatti in questa zona.

Poi giù, verso fondo Valle. Quanta bellezza nel vedere le alte montagne di fronte a me, che gusto godermi l’aria fresca della discesa senza macchine sulla statale. Mi sono poi diretto verso Montecrestese, un borgo bellissimo dove, nelle vicinanze, ci sono anche le famose Cantine Garrone. Nel mentre, pensavo quale sarebbe stata la direzione per concludere il primo giorno. Il ponte di collegamento verso Domodossola era interrotto e come di buona abitudine dalle nostre parti, l’indicazione era solo a 200 metri prima della interruzione.  Ma suvvia, non è questo un ostacolo.

Tornando indietro e proseguendo verso Domodossola, ho poi deciso: vado in Val Bognanco! Il peso della bici ed i mesi di lockdown si fanno sentire sulla parte finale della salita, dove mi sono un po’ aggrappato alla speranza ed al manubrio….. Un ottimo modo per riprendere le misure con i giri a pieno carico. In valle Bognanco, la valle delle cento cascate, si trovano un paio di Hotel a metà valle, ed alcuni rifugi nella parte alta, tuttavia tutti chiusi per via del Covid mi sono adattato dormendo in tenda. Fate tuttavia attenzione, all’interno della valle si può dormire in tenda solo previo permesso. In questo caso nessun problema data la situazione.

Un cielo stellato da non crederci ha accompagnato una dormita serena. Al mattino i tre gradi nella tenda mi hanno svegliato, una leggera colazione, ed ho deciso di salire su una cima che osservavo la sera prima. Ho poi scoperto essere il Monte Pioltone, dalla quale cima ho goduto una vista davvero incredibile, per me nuova sulle montagne già conosciute e mai viste da questa prospettiva. Un inizio mattinata così mi ha ricaricato energie e spirito, una bella colazione in paese dove un bar era aperto, e poi giù per una lunga rinfrescante discesa. Da Domodossola ho cercato ed imboccato la Ciclovia del Toce, e senza stop sono andato fino a casa a Verbania percorrendo per lo più questa ciclabile, molto spezzettata ma che consente di stare lontano dalle macchina le quali in alcuni tratti sfrecciano forte.

Questa esperienza è stata favolosa, nonostante il grande caldo delle ore centrali che io proprio non riesco ad apprezzare. Il bikepacking stà sempre di più spopolando, e consigliare il Lago Maggiore potrebbe sembrare scontato essendo “di parte”. Ma credetemi, fatto sul campo mi ha dato modo di capire quanto questo luogo sia adatto e stupefacente per questa attività.

Dunque, vi auguro di vivere delle piccole grandi avventure in questo territorio tutto da gustare e scoprire tra panorami mai monotoni e sempre stupefacenti!

Elia